Inku Stories #23: Remina. L’astro infernale di Junji Ito (Star Comics)

Il Blue Monday si può combattere in due modi: abbattendosi oppure facendosi trasportare da “Remina. L’astro infernale” di Junji Ito, una storia incredibile a metà fra horror e fantascienza. 

Pagine: 291

Acquistalo subito: Remina. L’astro infernale

Editore: Edizioni Star Comics
Collana: Umami
Genere: Horror, Fantascienza
Traduzione: Ernesto Cellie, Chieko Toba

Data di uscita: Novembre 2018
Prezzo: € 16,00

Un pianeta sconosciuto compare all’improvviso da un tunnel spazio-temporale e il suo scopritore, il professor Oguro, gli dà il nome di “Remina”, lo stesso della sua unica figlia. La novità porta a entrambi grande fama e molti vantaggi, ma… il misterioso pianeta Remina comincia a far sparire uno dopo l’altro tutti i corpi celesti che incontra lungo il suo cammino. Anche la Terra appare destinata alla stessa sorte, e l’umanità intera si trova con le spalle al muro. Meno declinato verso il body horror rispetto a “Uzumaki” e “Gyo”, e ricco di appassionati omaggi al cinema di fantascienza anni cinquanta, “Remina. L’astro infernale” è un caleidoscopio in cui Junji Ito ci parla dell’uomo e delle sue miserie, mostrandoci quanto orrore si annidi in fondo alla vacuità dell’animo delle persone.

Devo ancora elaborare per bene cosa ho letto. La verità è che credevo di aver assimilato tutto e invece, ripensando a Remina, mi rendo conto che non è così. Junji Ito si riconferma una certezza quando si tratta di mettermi a disagio e a differenza delle altre opere che ho avuto modo di leggere, questa va oltre tutto ciò che mi sarei aspettata di leggere.

Mi riesce difficile descrivere a parole ciò che provo in questo momento, il modo in cui Junji Ito racconta Remina è incredibile e allo stesso tempo, come un magnete, attira il lettore e non si riesce a staccare gli occhi dalle pagine. Ancora una volta il mangaka risucchia il lettore in una spirale dove si fatica a respirare.

Remina. L’astro infernale è quindi uno di quei manga che nel bene o nel male lasciano dietro  di sè qualcosa, tante minuscole briciole che invogliano chi legge a riflettere, unire i pezzi sparpagliati tra le  illustrazioni e comporre l’agghiacciante immagine che ne fuoriesce, cioè il lato oscuro che nasconde una persona, quello che cela agli occhi degli altri ma che in una situazione di estremo pericolo non esita ad emergere, schiacciando chiunque ostacoli la sua strada.

Il professor Oguro scopre un pianeta sconosciuto e decide di chiamarlo come sua figlia, Remina. All’apice della sua carriera non ha di che preoccuparsi, se non della sua scoperta, ma ecco il rovescio della medaglia, sua figlia si sente a disagio dall’improvviso interesse dei media e rifiuta l’idea di condividere il nome con quel pianeta, perciò cerca di stare lontano dai riflettori, ma questi ultimi la inseguono a caccia di scoop.

La sua esistenza si lega indissolubilmente a quella del pianeta, che procede la sua corsa e poco a poco si avvicina al nostro sistema solare. Ci troviamo in Giappone, in un futuro incerto, dove l’uomo ha continuato a progredire, ma certe cose sono rimaste le stesse. Nel momento in cui Remina mostra il suo vero volto, ovvero quello da divoratore di pianeti, tutto cambia. Le persone in preda al panica perdono il lume della ragione, non c’è nessun posto sicuro e di conseguenza il panico porta a credere nella follia, l’idea che una sciagura del genere sia colpa di chi l’ha scoperta o di chi ne porta il nome.

Il progresso retrocede di secoli, sembra quasi di essere tornati indietro a quando si dava la caccia alle streghe. Remina e suo padre vengono assaliti dai cittadini, che in preda a un raptus violento decidono di eliminare coloro che li hanno maledetti, ma la verità pura è semplice è che al pianeta non importa del delirio sulla Terra e lo dimostra in tutta la sua violenza quando divora persino la luna, lasciando per ultimo il nostro mondo. 

Remina è un predatore venuto da chissà dove, vivere su di lui significa morire, diventare parte della bestia in una lenta metamorfosi che ci riduce in nient’altro che cibo.

È tossico proprio come come lo sono gli esseri umani che non accennano a fermarsi e pur di uccidere la figlia di Oguro sono disposti a tutto, senza curarsi dell’immagine distorta che ne scaturisce o di ricordarsi di cosa significa essere umani.

Sotto questo punto di vista Junji Ito ci regala un vivido affresco dell’animo umano, orribile e inconsistente, disposto a sacrificare qualcuno per la sua stupidità, cedendo all’egoismo e a una mentalità tanto antica e tanto sciocca da farci tornare indietro di migliaia di anni. Anche la sua storia extra, la ciliegina sulla torta, è un continuo del forte messaggio che Remina lancia, anche lì mostra in maniera impressionante altre sfumature del genere umano, sempre corrotte e distorte, ma pur sempre tangibili, arrivano sino a noi come se la carta prendesse vita e tutto il marcio potesse fuoriuscire dalle pagine.

L’anno scorso ho potuto vedere varie sfumature di Ito, alcune addirittura frammentate, ma di certo non si può non notare il suo incredibile talento nel trasporre la sua immaginazione sotto forma di narrazione, valicando fisicamente il confine delle apparenze, donandoci uno sguardo di ciò che si cela dietro alle cose, l’orrore.

⚜ Manga simili: Uzumaki
⚜ Reazione post lettura: 
Non guarderò mai più il cielo allo stesso modo.

⚜ Pagine lette: 291
⚜ Da consumarsi preferibilmente: Immediatamente, come un togliersi un cerotto e sentire il dolore fastidioso che si propaga, ma è comunque presente, pulsa e ci ricorda che con Junji Ito non si scherza.

 

 

 

disclaimer: si ringrazia l’ufficio stampa di Star Comics per la copia omaggio.

 

May the Force be with you!
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